La nostalgia di una vita più leggera e sicura può spingerci a posticipare l’ora di andare a letto.
Fino a qualche tempo fa , speravamo che avremmo presto dimenticato tutto, tutte le condizioni che il COVID ci aveva fatto vivere e saremo ritornati alle nostre abitudini “come se non fosse successo niente “.
Ora ci stiamo chiedendo se questa condizione, di incertezza e di confinamento, non lascerà invece delle tracce nel nostro modo di sentire e di sentirci, di vivere il senso della precarietà del nostro destino e dell’ambiente che ci circonda, come un vissuto che potrebbe condizionarci ancora per molto tempo.
Sembra che tale spaesamento inconsapevole, porti molte persone a procastinare il momento di andare a letto: in inglese viene definito
“revenge bedtime procastination”, traducibile in italiano come “procastinare il tempo di andare a letto per vendetta”.
Così, per reazione, quando è molto tardi, riappare il desiderio di riprendere il controllo di ciò che siamo e di ciò che ci fa stare bene: allora ci alleiamo col frigo, con la terza stagione consecutiva della serie tv stra-vista, o con lo scrollare sul cellulare luminose vite di altri.
Ore.
Col rischio di svegliarci devastati.
Val la pena di ripensare alla mitica frase di “Napoli milionaria” di De Filippo : alla moglie Amalia che lo guarda con paura e desiderosa di risposte rassicuranti, Gennaro risponde: “S’ha da aspettà, Amà: ha da passà a nuttata”.
“S’ha da aspettà, Amà: ha da passà a nuttata”